La richiesta e il Modulo Qu.I.R.
In cosa consiste
La Legge di Stabilità 2015 del Governo Renzi (l. 23.12.2014 n° 190), introduce la possibilità a favore del lavoratore che ne faccia richiesta, di ricevere sotto forma di rateo mensile, quota del suo TFR. Questo è quanto stabilisce il comma 26 dell’art.1 in tema di TFR in busta paga su base volontaria.
Fino ad oggi era possibile disporre materialmente del proprio TFR soltanto al termine del rapporto di lavoro o nei casi espressamente previsti dalla legge e dall’art.2120 del codice civile. Dal 2007 è inoltre possibile accantonare nei fondi pensione integrativa, la quota destinata al Trattamento di Fine Rapporto. Sarebbe la previdenza complementare.
La manovra, in via sperimentale, riguarda il periodo compreso tra il 1 Marzo 2015 e il 30 Giugno 2018. Chi opterà per questa soluzione, che diventa irreversibile fino al 30 giugno 2018, ha in pratica sbloccato e reso immediatamente disponibile la propria buonuscita negli anni accantonata. Per tutti gli altri continuerà a valere la normativa vigente.
La tassazione applicata sarà quella ordinaria e non separata così come nel caso di liquidazione a fine rapporto di lavoro.
A chi si rivolge e a chi no
Potranno farne richiesta i lavoratori:
- del settore privato;
- in forza in azienda da almeno sei mesi;
Ne restano esclusi:
- dipendenti pubblici,
- lavoratori agricoli e domestici,
- lavoratori di aziende sottoposte a procedure concorsuali o dichiarate in crisi ex legge n. 297/82.
L’esclusione dei dipendenti pubblici meriterebbe un discorso a parte.
Come fa notare l’associazione Anief infatti, l’esclusione è giustificata dal fatto che per gli Statali i contributi sarebbero stati versati soltanto a titolo figurativo e quindi non di fatto. Ciò deriva dal buco di 23 mld, certificato dalla corte dei conti, che l’INPS ha ereditato dall’INPDAP e ad oggi, non risultano esserci fonti di finanziamento idonee a coprire il buco sul trattamento di fine rapporto degli statali, nonostante gli interventi previsti dalla Legge di Stabilità.
I pro e i contro della manovra
L’opinione pubblica sembra essere spaccata in due ed è chiaro che pro e contro vadano valutati singolarmente e per ciascuna situazione e fattispecie. Tuttavia sono così riassumibili:
CONTRO
- verrà tassato non col regime separato così come avviene nel caso di liquidazione a fine rapporto di lavoro ma secondo la tassazione ordinaria, concorrendo coi redditi del medesimo periodo di imposta;
- partecipa insieme agli altri redditi, alla determinazione della fascia di reddito di appartenenza nell’assegnazione degli assegni familiari. Più alto è il reddito più difficile è l’assegnazione;
- partecipa insieme agli altri redditi, al calcolo dell’ISEE. Più alto è il reddito, più è difficile accedere a Prestazioni e agevolazioni sociali (ad esempio agevolazioni su utenze, tasse universitarie, mensa scolastica, etc.);
- erode un tesoretto che il lavoratore aveva a disposizione per se o per i figli, al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
PRO
- non partecipa al calcolo di determinazione del bonus IRPEF (d.lgs. n. 66/2014 art.1, i famosi 80 euro);
- non partecipa al calcolo per la determinazione dei contributi previdenziali.
I Fondi Pensione e la previdenza complementare
Chi ha optato per destinare quota del proprio Trattamento di Fine Rapporto ai fondi pensione, potrà avvalersi del diritto all’anticipo in busta paga.
Per i lavoratori dipendenti, com’è noto, fonti di finanziamento dei fondi pensione sono:
- i contributi del lavoratore;
- i contributi del datore di lavoro;
- le quote del TFR versate.
Nel caso di anticipo in busta paga, il fondo verrà finanziato dalle voci sopra viste ad eccezione della terza, che sarà appunto versata mensilmente in busta paga e non più al fondo.
La tassazione
Di fatto il lavoratore, qualsiasi cosa deciderà di fare, subirà una tassazione maggiore sulla propria buonuscita. Tali misure rischiano di abbattere il capitale pensionistico anche di decine di migliaia di euro. In particolare:
- aumento della tassazione sui rendimenti dall’11% fino al 20% per i lavoratori che hanno scelto di investire il proprio TFR nei fondi pensione;
- aumento della tassazione sulla rivalutazione dall’11% al 17% per chi ha lasciato il TFR in azienda;
- tassazione al minimo pari al 23%, per coloro che usufruiranno del diritto di anticipo in busta paga.
Modalità di richiesta e liquidazione
Le modalità operative dell’erogazione del contributo sono contenute nel DPCM/2015, G.U. n.65/2015.
La richiesta di corresponsione di quota del TFR va fatta presentando al proprio datore di lavoro, che verificherà la sussistenza dei requisiti, il modulo Qu.I.R.
Circa i tempi, questi variano secondo la dimensione dell’azienda che dovrà erogare la prestazione, in particolare:
- aziende con più di 50 dipendenti erogheranno 1 mese dopo la richiesta;
- aziende fino a 50 dipendenti erogheranno 3 mesi dopo la richiesta.
Conclusioni
La manovra offre di per se degli spunti interessanti e non si discute sul fatto che sia molto popolare ma non mancano diversi aspetti discutibili che ne compromettono la bontà.
E’ chiaro che, vista la situazione di urgenza in cui oggi versa il Paese, molti lavoratori ne approfitteranno e poco si preoccuperanno della loro situazione tra 20 o 30 anni. Intanto li ho e me li prendo.
I lavoratori avranno in effetti più soldi in tasca ogni fine mese ma c’è un prezzo?
A titolo esemplificativo abbiamo esaminato in questo articolo pro e contro e non mancano argomentazioni e spunti di riflessione che troviamo su giornali, dibattiti, programmi di approfondimento, etc. Inoltre per potersi esprimere al meglio, le situazioni andrebbero esaminata caso per caso considerando anche che esiste una componente valutativa soggettiva e personale, secondo le reali esigenze di ciascuno.
Ad ogni modo, alcuni fatti sembrano indiscutibili:
- si rischia di mettere in difficoltà imprese di piccole dimensioni;
- si rimanda al futuro una maggiore propensione del pensionato alla povertà;
- si erode il TFR con la tassazione ordinaria. Inoltre, quel tesoretto che era il Trattamento di Fine Rapporto e che oggi ha salvato tante famiglie dalla povertà, domani non sarà più disponibile.
Certo è che questi soldi fanno comodo, soprattutto allo Stato che vedrà aumentare i propri introiti a spese dei cittadini, dando loro, allo stesso tempo, la sensazione di ricevere soldi (i loro) a titolo gratuito. Ciò sarà sufficiente a far inghiottire il rospo.
Si tenga inoltre conto che le pensioni pubbliche sono riviste negli anni sempre più al ribasso e i pensionati sono sempre più poveri. Proprio per questo bisognerebbe adottare misure che incentivino il ricorso alla previdenza complementare piuttosto che scoraggiarla. Nonostante tutto, tassazione compresa, i fondi pensione restano la migliore soluzione di investimento della pensione.
In conclusione, la manovra, per come è strutturata sembra più incentrata a far cassa piuttosto che aiutare i cittadini.
In allegato, il Modulo di richiesta Qu.I.R. (Allegato A – G.U. n.65/2015)