Al momento solo un Disegno di Legge
Quella dell’avvocato è una professione molto antica ed ambita.
Nel corso degli anni il legislatore ha tentato di rendere l’accesso a tale attività lavorativa sempre più complesso e selettivo.
Tutto ciò ha fatto nascere una serie di discussioni e nel corso del tempo più volte la legge professionale è stata ritoccata al fine di rendere l’accesso, ma anche l’esercizio della stessa più agevole.
La legge attualmente in vigore è la n. 247 del 2012 con successive modifiche ed integrazioni.
La proposta del deputato Bignami
Il 28 Luglio del 2019 è stata presentata in Parlamento dal deputato Bignami una proposta di legge di delega al Governo per la “revisione e la semplificazione delle norme sull’accesso alla professione di avvocato e sul suo esercizio”.
Con tale disegno di legge si vorrebbero realizzare due obiettivi; infatti da una parte si vorrebbe agevolare i giovani avvocati nello svolgimento della loro attività professionale e dall’altro lato si vorrebbe facilitare l’accesso al mondo del lavoro dei giovani neolaureati aspiranti avvocato.
La proposta si compone di un unico articolo ricco di progetti di modifica della legge attuale.
È opportuno procedere ad analizzare quali sono le novità più significative.
Modifica del percorso universitario
In primo luogo si vorrebbe modificare l’iter del percorso di studio introducendo fin dall’università lo svolgimento di tirocini curricolari obbligatori presso il tribunale o lo studio legale di un avvocato. L’intento del legislatore è quello di permettere agli aspiranti giuristi di entrare in contatto con la realtà giuridica che li aspetterà in futuro al fine di poter meglio conciliare lo studio meramente teorico con l’importante approccio pratico.
Modifiche per i praticanti avvocato
Importante è la previsione di un obbligo di rimborso spese per i praticanti avvocato.
In realtà nella legge professionale attuale è già previsto un rimborso economico però purtroppo molto spesso nella realtà per i praticanti avvocato il rimborso rimane un miraggio. Sarebbe auspicabile pertanto la previsione di un compenso minimo obbligatorio così da permettere ai giovani neo laureati di continuare la loro formazione, ma anche di iniziare ad avere un minimo di entrata economica per l’attività svolta accanto al dominus.
È prevista inoltre l’eliminazione dell’incompatibilità della pratica forense con lo svolgimento del lavoro subordinato. Ad oggi infatti per i praticanti avvocato non è possibile svolgere contestualmente attività di lavoro subordinato e la pratica forense salvo il permesso concesso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di appartenenza valutata la possibilità di conciliare l’attività lavorativa con gli obblighi della pratica forense stessa.
Altra novità relativa ai praticanti consiste nell’ampliare le facoltà del praticante avvocato abilitato. Ad oggi il praticante abilitato è stato ridotto ad un mero sostituto processuale del dominus.
Prima della riforma attuata mediante il decreto del ministero della giustizia n. 70/2016, il praticante avvocato abilitato poteva iniziare a svolgere alcune attività soprattutto a carattere stragiudiziale. Si dava così la possibilità non solo di iniziare a guadagnare qualcosa, ma anche di poter costruire un proprio giro di clienti prima del conseguimento del titolo. Dopo la riforma però il praticante avvocato è stato ridotto ad un mero sostituto processuale sotto lo stretto controllo del dominus nello svolgimento della propria attività.
Si prevede la modifica delle modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione sancendo dei criteri oggettivi ed omogenei di valutazione così da evitare disparità di trattamento nella valutazione degli elaborati scritti dagli aspiranti avvocati. Si prevede all’interno del progetto di legge “l’aggiunta di una ulteriore sessione per le prove scritte salvaguardando l’esito favorevole delle stesse in caso di superamento, al fine di poter affrontare un’unica prova orale”.
Giovani Avvocati
Per ciò che concerne le novità inerenti ai giovani avvocati si prevedono delle agevolazioni fiscali e previdenziali così da permettere la creazione in maniera più agevole di una clientela senza eccessivi gravami fiscali.
A proposito delle novità in materia previdenziale si vorrebbe eliminare l’obbligo di iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense e allo stesso tempo si vorrebbe liberalizzare il settore previdenziale ed assistenziale così da introdurre altri soggetti che vadano ad erogare le prestazioni previdenziali ed assistenziali garantendo dei meccanismi concorrenziali e facendo si che gli avvocati possano scegliere la forma previdenziale che meglio si confà alle loro esigenze.
È prevista inoltre la possibilità per gli avvocati di accordarsi con il cliente e prevedere un compenso commisurato al risultato ottenuto in giudizio per “ridurre gli oneri a carico dei clienti”.
Per il momento tutto ciò rimane soltanto un progetto. È necessario attendere i prossimi mesi per verificare se effettivamente tale disegno di legge diventerà una reale normativa che andrà senza dubbio a rivoluzionare la professione forense.
Dott.ssa Giulia Mancino