I vantaggi e le tasse da pagare
Avviare un’attività in proprio necessita dell’apertura della partita IVA, uno spauracchio per molti giovani volenterosi che desiderano entrare nel mondo del lavoro. Tuttavia, con la Legge di Bilancio 2015, è stata istituita una partita IVA appositamente per i giovani, ossia il regime forfettario, che ad oggi sostituisce ogni altro tipo di regime agevolato (ad eccezione del regime dei minimi, utilizzabile fino alla sua naturale scadenza da coloro che lo utilizzavano già all’epoca della Legge di Bilancio 2015).
Il vantaggio del regime forfettario è che, a differenza del regime dei minimi, non è riservato solo agli under 35, ma possono accedere tutti coloro che hanno i requisiti. Essenziale è sottolineare il fatto che si tratta di un regime fiscale utilizzabile solamente da persone fisiche, quindi ditte individuali, liberi professionisti (lavoratori autonomi) e freelance.
Requisiti per accedere alla Partita Iva con regime forfettario
Il regime forfettario è un ottimo regime fiscale perché è semplice e vantaggioso sia dal punto di vista delle imposte da pagare che dei contributi da versare.
In linea di massima, chi adotta questo regime fiscale deve versare un’unica imposta sostitutiva con l’aliquota al 15% (sostituisce tutte le altre imposte esclusi i contributi previdenziali). Tuttavia ci sono alcuni requisiti che abbattono l’aliquota, per i primi cinque anni, fino al 5%.
Per accedere al regime del 15% non serve altro che restare entro ilimiti di reddito dei codici ATECO specifici per ogni professione.
Invece, per accedere al regime del 5%, chiamato Regime Forfettario Start Up, i requisiti sono più stringenti:
Nei tre anni precedenti l’apertura della Partita Iva agevolata non bisogna aver esercitato attività artistica, professionale o d’impresa in nessuna forma. Il calcolo viene fatto in base al calendario e non agli anni fiscali.
L’attività che si vuole esercitare non potrà costituire una prosecuzione di altre attività affrontate come lavoratore dipendente o autonomo, se non nel caso di pratiche obbligatorie propedeutiche all’esercizio di una professione.
Qualora si prosegua un’attività iniziata da terzi, il totale dei ricavi della suddetta attività nell’anno fiscale precedente l’accesso al regime agevolato, non dovrà comunque essere superiore ai limiti di reddito imposti.
Tuttavia, per tutelare i lavoratori con contratti di collaborazione occasionale, è possibile accedere alla Partita IVA “ultra agevolata” anche se nei tre anni precedenti si è lavorato con ritenuta d’acconto al 20%.
Perché utilizzare la Partita IVA con regime forfettario? Vantaggi e Svantaggi
Come abbiamo detto, uno dei vantaggi principali di questo tipo di regime è che avrete una sola imposta che sostituirà ogni altra forma di imposizione fiscale, senza dover pagare IRPEF, IRAP, addizionali comunali e addizionali regionali. Ma ci sono anche altri vantaggi.
In primo luogo, il regime forfettario è esente dall’IVA, che quindi non dovrà essere versata. Questo vorrà dire non solo un risparmio sulle tasse, ma anche un prezzo più vantaggioso dei vostri servizi e un costo minore per il commercialista. Di contro, l’IVA non si potrà scaricare.
In secondo luogo, con una partita iva agevolata sarete esenti anche dalla ritenuta d’acconto, sempre perché dovrete pagare un’unica imposta. Ogni fattura che incasserete, quindi, sarà netta; un’ottima notizia per coloro che lavorano come liberi professionisti, ma soprattutto freelance.
Circa la contribuzione INPS, invece, ci sono delle differenze in base al tipo di lavoro:
- Artigiani e commercianti: si può richiedere (non è automatica, deve essere espressamente richiesta all’INPS) la riduzione del 35% dell’imposta, sia per quanto riguarda la quota fissa annuale, un minimo annuo da pagare a prescindere dal reddito, che la quota percentuale.
- Liberi professionisti e freelance senza cassa di previdenza: in questo caso non c’è alcun tipo di sconto, e si devono versare i contributi previdenziali alla gestione separata INPS. Tuttavia, a differenza degli artigiani e dei commercianti, il versamento è in percentuale sul reddito, con un’aliquota che cambia di anno in anno (per il 2019 è del 25,72%), ma senza nessun contributo annuale minimo.
Altro vantaggio della partita IVA con regime forfettario è che parte del reddito non è tassato. Questo perché ad ogni attività, in questo regime fiscale, viene assegnato un “coefficiente di redditività”, anche questo secondo il codice ATECO utilizzato per decidere la base imponibile del vostro reddito.
Il coefficiente di redditività è la percentuale del reddito, diversa per ogni tipo di attività, che, secondo lo Stato produce redditività, mentre il resto viene considerato come costo sul quale non dovrete versare nessun tipo di imposta o contributo. Per fare un esempio:
Se nel 2019 avrete un fatturato di 10.000 € e il coefficiente di redditività del 67%, il vostro reddito imponibile per l’anno fiscale 2019 sarà di 6.700 €.
Le tasse da pagare con la Partita Iva agevolata: un esempio
Per rendere il discorso più chiaro, ecco un esempio per capire quante tasse e contributi si dovranno pagare accedendo alla Partita IVA agevolata (prendendo ad esempio la partita iva con regime del 5%).
Un freelance, o un libero professionista senza cassa di previdenza, durante il 2019 hanno fatturato 10.000 €, quanto pagherà di tasse e contributi?
Per prima cosa, considerando un coefficiente di redditività del 67%, l’imponibile sarà di soli 6.700 €, “conservando” 3.300 € netti.
L’imposta unica da pagare, quindi, sarà il 5% su 6.700 €, ossia 335 €.
I contributi INPS da pagare, invece, saranno il 25,72% su 6.700 €, ossia 1723,24 €.
Il guadagno netto per il 2019, quindi, sarà pari a 7941,76 €.
La differenza, per artigiani e commercianti (oltre alle diverse percentuali di contributi INPS e coefficienti di redditività diversi), sta nel dover pagare anche un contributo INPS obbligatorio a prescindere dal reddito, che, in media, si aggira sui 3500 € e che si può ridurre richiedendo all’INPS l’abbattimento del 35%.