Uno Stato più vicino ai cittadini in difficoltà
Origini e scopi
Figlia del Governo Berlusconi, bersaglio di tante lodi quante infamie, oggetto di polemiche e modifiche, è nata nell’ambito della manovra finanziaria dell’estate 2008. Frutto della collaborazione tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e quello del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, la Social Card o Carta Acquisti, ad oggi attiva, è pensata come strumento di aiuto solidale alle fasce sociali che versano in stato di bisogno.
Funziona come una qualsiasi carta prepagata ed è rilasciata a chi ne possiede i requisiti e ne faccia richiesta, nei modi e termini previsti dal D.L.vo n. 112 del 2008. In origine la carta prepagata, ricaricata automaticamente a cadenza bimestrale, conteneva una somma di 80 euro, suddivisi in 40 euro mensili, spendibili nell’acquisto di generi alimentari, scontati del 5%, nei supermercati convenzionati ed utilizzabile per l’accesso alla tariffa sociale per l’energia. Nel corso del 2009 il suo utilizzo viene esteso anche all’acquisto di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici e sanitari e per il pagamento delle bollette di luce e gas.
Potevano usufruirne gli anziani di età superiore ai 65 anni e reddito annuo inferiore ai 6 mila euro, gli anziani aventi età superiore ai 70 anni e reddito inferiore agli 8 mila euro annui e nelle coppie con figli di età inferiore ai 3 anni e reddito inferiore ai 6 mila euro.
Sempre nel corso del 2009 viene esteso il diritto a richiederla anche a tutti coloro i quali possedevano un Isee uguale a zero: i cosiddetti “incapienti”. Viene data inoltre la possibilità agli anziani non autosufficienti ed alle persone soggette a restrizioni di tipo giudiziario, di intestare la propria Social Card ad una persona di fiducia.
Le risorse a cui attinge
In origine i soldi furono stanziati nel “Fondo speciale per il finanziamento della Carta” il quale, oltre ad essere alimentato da somme statali, approfittava della generosità di qualunque donatore che, a titolo spontaneo, volesse versarvi dei soldi. In particolare, si alimentava con la “solidarietà” di società impegnate nel campo dell’energia (Eni S.p.a. ed Eni Foundation in modo particolare e, a seguire, anche Enel S.p.a. ed Enel Cuore Onlus). In seguito, si stabilì che anche le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali potessero stipulare appositi protocolli d’intesa col Ministero dell’Economia e delle Finanze e con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e versare delle somme al Fondo di finanziamento della Carta, destinando l’utilizzo dei propri contributi a favore dei residenti nel proprio territorio.
Col decreto del 2009 si prevede un aumento di 20 euro bimestrali come contributo per il pagamento delle bollette a favore di chi utilizzi gas naturale o GPL come fonte di riscaldamento domestico e siano al contempo beneficiari della Carta Acquisti.
Con Monti e Letta
Col il governo Monti, nel 2012, si stabilisce che la carta venga rilasciata ai cittadini bisognosi dei Comuni aventi più di 250 mila abitanti, sulla base di specifiche convenzioni tra il Ministero e vari Comuni. La Social Card si trasforma, a dire del Governo, in uno strumento di “lotta alla povertà assoluta”.
Il destino della carta è turbolento: con il subentro del Governo Letta vengono identificati due nuovi requisiti essenziali per il rilascio del sussidio. Questi riguardano: la presenza di minori nel nucleo familiare e la presenza dello stato di disoccupazione nei 36 mesi antecedenti la richiesta del beneficio, oltre ad altri requisiti che sarà compito dei vari Comuni identificare.
La Social Card nel 2014 si sdoppia
Ad oggi, è possibile effettuare una differenziazione tra Social Card ordinaria e straordinaria. E’ chiaro quindi, che ancora una volta la sua natura ha subìto delle modifiche.
La Social Card ordinaria può essere richiesta da tutti i cittadini residenti in Italia e dai cittadini immigrati possedenti un regolare permesso di soggiorno di età superiore ai 65 anni oppure dai genitori con figli di età inferiore ai 3 anni, con un reddito Isee non superiore a 6.781,76 euro, non intestatari di più di due autoveicoli (agli anziani è concesso un solo veicolo intestato), non intestatari di più di un’utenza elettrica domestica, più di un’utenza elettrica non domestica, più di due utenze del gas, non proprietari di una quota superiore al 25% di un immobile ad uso abitativo, di una quota superiore al 10% di un immobile ad uso non abitativo, non proprietari di un patrimonio mobiliare superiore a 15.000,00 euro e, infine, che non siano ricoverati in casa di cura o istituto di pena.
La carta contiene 80 euro a bimestre.
La Social Card straordinaria, invece, inizialmente introdotta solo in 12 comuni di Italia (Milano, Roma, Bologna, Torino, Venezia, Verona, Firenze, Genova, Napoli, Bari, Catania e Palermo), è stata successivamente estesa a tutti i Comuni italiani.
I requisiti per accedere al beneficio sono parecchi e particolarmente rigidi:
- isee inferiore o uguale ad €. 3.000,00;
- patrimonio mobiliare inferiore ad €. 8.000,00;
- valore di aiuti economici o previdenziali che non superi complessivamente gli €. 600,00 mensili;
- assenza di autoveicoli immatricolati a proprio nome nei 12 mesi antecedenti la richiesta;
- presenza di almeno un minore nel nucleo familiare;
- assenza di lavoratori nel nucleo familiare ma al contempo la presenza di almeno un membro che abbia cessato il proprio rapporto di lavoro nei mesi antecedenti la richiesta, o che abbia un’occupazione con la quale abbia percepito nei 6 mesi antecedenti la richiesta un reddito che non superi i 4.000 euro.
La carta contiene un importo che può variare da 231 euro al mese (per le famiglie composte da due persone) a 404 euro (per le famiglie che hanno 5 o più componenti). Un importo di €. 281,00 viene erogato alle famiglie con tre componenti, €. 331,00 a quelle con quattro membri.
In presenza di requisiti tutti ugualmente validi ai fini del beneficio, verrà data precedenza a famiglie con disagio abitativo, a famiglie monogenitoriali con figli minorenni a carico o con figli disabili, e a famiglie numerose che hanno tre o più figli.
Conclusioni
I pareri dell’opinione pubblica sullo strumento sono contraddittori: qualcuno la definisce addirittura “umiliante” per il fatto che i beneficiari sono costretti a presentarla nei supermercati convenzionati come se dichiarassero apertamente la propria condizione di povertà, altri la definiscono “una goccia nell’oceano” talmente misera da non poter essere neanche considerato un aiuto, i più tecnici paventano casi di strumentalizzazione, favoreggiamento di qualche lobby ed evasione fiscale.
Nonostante la dura vita della Social Card, si auspica ad una continuità tra un Governo e l’altro affinché non venga interrotto tale beneficio che, seppur minimo, rappresenta un’occasione per lo Stato di vicinanza ai cittadini.