Disciplina, storia e suo funzionamento
Definizione
La Cessione del Quinto dello Stipendio o CQS è una delle più diffuse forme di finanziamento in quanto consente al lavoratore di soddisfare esigenze di immediata disponibilità e quindi di ottenere una somma di denaro il cui rimborso, verrà effettuato direttamente dal datore di lavoro con addebito in busta paga, mediante un numero determinato di rate mensili trattenute dallo stipendio.
Tutto avviene per contratto con cui il lavoratore cedente trasferisce al mutuante cessionario, il suo credito futuro nei confronti del datore di lavoro ceduto, terzo estraneo rispetto al rapporto giuridico che resta bilaterale anche quando il ceduto manifesti il suo assenso che comunque non è essenziale, ma può sostituire la notificazione della cessione al debitore ceduto ai fini dell’efficacia nei suoi confronti.
Il Quinto dello Stipendio è disciplinato dalle norme del codice civile in materia di cessione del credito e da altre disposizioni speciali, da ultimo quelle presenti nella legge finanziaria del 2005. Rientra dunque tra le ipotesi di cedibilità del credito contratto in forma libera prevista dall’art. 1260 del codice civile, al titolo Cedibilità dei Crediti, secondo cui al comma I:
«Il creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale (si pensi ad esempio, al credito per alimenti verso coniuge, figli o genitori) o il trasferimento non sia vietato dalla legge»
al comma 2 si precisa che:
«Le parti possono escludere la cedibilità del credito; ma il patto non è opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione.»
Si parla inoltre di cessione pro soluto, quando il cedente non risponde della solvenza del debitore, pro solvendo quando il cedente garantisce anche l’adempimento da parte del debitore ceduto prevedendolo in espresso (si pensi alla formula salvo buon fine o altra analoga).
La differenza sta nel fatto che il cedente, nella cessione pro solvendo è liberato solo se e quando il debitore ceduto esegue il pagamento, mentre in quella pro soluto, egli è liberato a prescindere dalla riscossione da parte del cessionario del credito ceduto.
Caratteristiche del Quinto dello Stipendio
Come si evince dal nome, l’importo massimo della rata mensile del prestito concedibile è calcolato sul quinto dello stipendio netto continuativo del dipendente pertanto, se un dipendente ha un netto in busta paga di € 1.000,00, la rata mensile massima concedibile sarà di € 200,00 (1/5 di € 1000,00 ovvero il 20%).
Una volta determinata la rata mensile si potrà stabilire quanto potrà essere erogato al cliente; pertanto la base di calcolo sarà proprio la rata mensile così determinata. Si intende dunque che condicio sine qua non per accedere alla cessione del quinto, è avere un reddito dimostrabile da busta paga di lavoro a tempo indeterminato, sia questo full o part-time. Le rate vengono trattenute direttamente dalla busta paga.
A determinare direttamente l’importo che può essere concesso, oltre alla rata sono il TFR maturato e gli anni di anzianità lavorativa per cui maggiori saranno, maggiore sarà l’importo del prestito che l’istituto finanziatore sarà disposto a concedere.
Elementi indiretti sono invece il periodo di ammortamento del prestito (espresso in anni o numero di rate: 60 rate = 5 anni; 84 rate = 8 anni e così via), le spese di assicurazione (che variano in funzione del sesso, della tipologia di lavoro, dall’età del dipendente) le spese di istruttoria, commissioni bancarie, tutte a carico del richiedente.
Il finanziamento non può comunque superare il periodo di 10 anni (120 rate mensili) e normalmente non è inferiore ai 3 anni (36 rate mensili) e per la sua richiesta, non è necessaria alcuna motivazione.
Circa le rate, queste sono di importo fisso per tutta la durata del prestito e prescinde dalle condizioni di mercato pertanto, non si può incorrere in sorprese sgradevoli nel tempo così come per i mutui a tasso variabile.
E’ possibile chiederne l’estinzione anticipata anche al fine di ottenere maggiore liquidità con l’abbuono degli interessi non ancora maturati.
Può accadere che, a fronte di una richiesta di finanziamento, la rata mensile calcolata sul quinto della retribuzione vincoli la possibilità di arrivare all’importo richiesto. In questo caso ci viene in aiuto un altro strumento di finanziamento chiamato prestito delega o doppio quinto grazie al quale è possibile determinare una rata mensile massima concedibile pari a 2/5 (due quinti) della retribuzione netta e raggiungere importi più elevati.
A fronte quindi di una retribuzione netta di € 1.000,000 potremo spingere la nostra rata mensile a € 400,00 contro € 200,00 ottenibili con la sola Cessione del Quinto.
Evoluzione e storia
L’attuale regolamentazione deriva dai DPR 180/1950 e 895/1950 seguito dal Decreto Legislativo 01/09/1993 n.385, Testo Unico in materia Bancaria e Creditizia (TUB) che ripartisce i compiti di controllo e monitoraggio sul sistema bancario nazionale tra più soggetti.
L’origine di questo strumento di finanziamento si fa risalire al risorgimento, fu infatti Re Vittorio Emanuele II a volerne l’introduzione con lo scopo di concedere dei privilegi ai dipendenti statali.
Venne regolata per la prima volta dalla Legge 07/07/1902 n.276, mentre la successiva legge 30/06/1908 (sulla pignorabilità e sequestrabilità degli stipendi, delle pensioni e sulla cessione degli stipendi dei funzionari delle Amministrazioni Pubbliche), migliorò le condizioni del credito apportando un assetto organico e completo, tanto che ancora oggi, almeno in parte, disciplina questa tipologia di finanziamento per i dipendenti delle Ferrovie di Stato.
Le successive leggi portarono il legislatore ad emanare il primo Testo Unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni (Regio Decreto 05/06/1941 n.874, Regio Decreto 03/04/1942 n.708, il suo regolamento attuativo).
Ancora una volta però le norme si rivelarono insufficienti e per colmare le lacune legislative, vennero nel frattempo emanate altre leggi, circolari e disposizioni ministeriali fino all’emanazione del Testo Unico del 1950 aggiornato dalla Legge 14 maggio 2005, n. 80, recante disposizioni urgenti nell’ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale e che oggi regola la materia della Cessione del Quinto dello Stipendio.
La struttura
Tecnicamente inquadrata tra i prestiti personali, la Cessione del Quinto dello Stipendio è così strutturata:
- Rata: mensile fissa per tutta la durata del prestito, è calcolata sul quinto dello stipendio netto continuativo.
- Durata prestito: massimo 120 rate (10 anni) compatibilmente con la data in cui il dipendente andrà in pensione, minimo 36 rate (3 anni).
- Estinzione: non prima dei 2/5 (40%) dell’intero periodo di ammortamento. Esempio: contraggo prestito a 10 anni, non posso estinguere prima di 4 anni.
- Assicurazione: obbligatoria così come previsto dal legislatore, viene trattenuta dall’Istituto finanziatore che eroga il prestito al netto di quest’ultima. Riguarda i casi rischio vita e/o rischio impiego.
- TAN: tasso annuo effettivo fisso per tutta la durata del finanziamento. E’ espresso in percentuale.
- TAEG: indice sintetico del costo del finanziamento, include tutti i costi del prestito (assicurazione, spese di istruttoria, spese bancarie, commissioni ecc.). Viene utilizzato per confrontare la convenienza tra finanziamenti omogenei (mutuo con mutuo, prestito personale con prestito personale ecc.). E’ espresso in percentuale.
Punti di forza
- Comodità: in quanto sarà il datore di lavoro a preoccuparsi di trattenere e versare mensilmente dalla busta paga, la rata sottoscritta nel contratto di finanziamento.
- Convenienza: è il prestito personale più conveniente in termini di costi quindi di TAEG, di fatti la certezza del reddito nel tempo rappresentata da un lavoro a tempo indeterminato, permette di classificare questa forma di finanziamento come un’operazione a basso rischio di insolvenza.
- Sicurezza: è una delle forme di finanziamento più tutelate e controllate dalla legge esistendo appunto una disciplina specifica che ne regola contenuti, modalità e controllo.
- Rapidità: una pratica di Cessione del Quinto dello Stipendio richiede esigui tempi tra istruttoria ed erogazione del prestito al cliente.
Inoltre,
- Non bisogna motivare la richiesta.
- Possono richiedere il Quinto dello Stipendio anche i cattivi pagatori segnalati in banca dati, e i protestati.
Punti di debolezza
- Non tutti i soggetti possono accedere.
- Alti tassi di interesse per piccoli importi di finanziamento e con piani di rimborso brevi.
- Indisponibilità del TFR per tutta la durata del prestito.
- Assicurazione obbligatoria nei casi di premorienza e perdita del posto di lavoro a garanzia dell’istituto di credito nella restituzione del debito. Spesso i costi sono elevati.
Chi può chiederla
- Dipendenti pubblici e statali.
- Dipendenti aziende private.
- Pensionati.
I documenti normalmente sono:
- certificato di stipendio: riporta la data di assunzione, le trattenute o pignoramenti in corso, la retribuzione lorda e netta, il TFR maturato. E’ previsto per i lavoratori dipendenti ed è predisposto dall’azienda o Ente di appartenenza.
- ultima busta paga per i dipendenti.
- cedolino di pensione per i pensionati.
- benestare dell’azienda: è un documento col quale l’amministrazione si impegna ad effettuare il versamento delle rate a favore dell’istituto finanziatore.
- delega: con la quale il lavoratore autorizza espressamente il datore di lavoro a trattenere e versare quote mensili della propria retribuzione.
Le modalità di estinzione anticipata
In genere, il debitore ha il diritto di estinguere anticipatamente la cessione del quinto, ovvero di pagare il saldo residuo del prestito prima della scadenza prevista nel contratto.
Tuttavia, in caso di estinzione anticipata della cessione del quinto, il creditore ha il diritto di percepire una penale, il cui ammontare è stabilito dal contratto e dalla normativa vigente. In particolare, la legge prevede che la penale non possa superare il 1% dell’importo residuo del finanziamento, calcolato sulla base del tasso di interesse pattuito.
Inoltre, è importante verificare se il contratto prevede eventuali spese aggiuntive, come ad esempio la riduzione dell’importo della rata, in caso di estinzione anticipata della cessione del quinto.
Per evitare eventuali sorprese, è sempre consigliabile leggere attentamente le clausole contrattuali relative all’estinzione anticipata della cessione del quinto e valutare attentamente l’impatto economico della penale e delle spese aggiuntive. In alcuni casi, potrebbe essere conveniente richiedere preventivamente al creditore il calcolo dell’importo della penale per l’estinzione anticipata del finanziamento, in modo da poter valutare con precisione i costi e i benefici dell’operazione.
Modalità di tutela del debitore
La legge prevede diverse forme di tutela per il debitore che ha stipulato un contratto di cessione del quinto.
In primo luogo, il debitore ha il diritto di conoscere con precisione il costo effettivo del finanziamento, ovvero il Tasso Effettivo Globale (TEG), che deve essere indicato in modo chiaro e trasparente nel contratto di finanziamento. In caso di mancata indicazione del TEG o di altre informazioni rilevanti, il debitore ha il diritto di richiedere la nullità del contratto o la riduzione del tasso di interesse.
In secondo luogo, la legge prevede che il creditore debba fornire al debitore una copia del contratto di cessione del quinto, contenente tutte le clausole e le condizioni del finanziamento, entro 15 giorni dalla stipula del contratto. In caso di mancata consegna della copia del contratto, il debitore ha il diritto di richiedere la sospensione del pagamento delle rate fino alla consegna della copia.
In terzo luogo, la legge prevede che il debitore debba essere informato in modo chiaro e trasparente sulle modalità di rimborso del finanziamento e sulle conseguenze in caso di mancato pagamento delle rate. In particolare, il creditore deve informare il debitore sulla possibilità di richiedere una sospensione temporanea delle rate, in caso di difficoltà economiche, e sulla possibilità di estinguere anticipatamente il finanziamento.
Infine, in caso di inadempimento del creditore o di altre situazioni di difficoltà finanziaria, il debitore ha il diritto di richiedere l’intervento del Giudice dell’esecuzione per ottenere la sospensione dell’esecuzione della cessione del quinto o la rinegoziazione delle condizioni del finanziamento.
In generale, le modalità di tutela del debitore hanno lo scopo di garantire il rispetto dei diritti del debitore e di prevenire eventuali abusi da parte del creditore. Per questo motivo, è sempre importante leggere attentamente il contratto di cessione del quinto e di valutare con attenzione le condizioni del finanziamento, per evitare eventuali rischi e inconvenienti.
La cessione del quinto in presenza di altre forme di finanziamento
In generale, la cessione del quinto può essere richiesta anche in presenza di altre forme di finanziamento in corso, come ad esempio mutui o prestiti personali. Tuttavia, la possibilità di richiedere la cessione del quinto dipende dalle condizioni previste dal contratto di finanziamento in corso.
In particolare, il debitore deve verificare se il contratto di finanziamento in corso prevede eventuali divieti o limitazioni alla cessione del quinto, ad esempio nel caso di mutui ipotecari. In tal caso, il debitore potrebbe dover richiedere preventivamente il consenso del creditore o la modifica del contratto di finanziamento in corso.
La rinegoziazione del finanziamento
la cessione del quinto prevede la possibilità di richiedere una rinegoziazione delle condizioni del finanziamento in caso di difficoltà economiche o di variazioni delle proprie esigenze finanziarie. Ad esempio, il debitore potrebbe richiedere una rinegoziazione della durata del finanziamento per ridurre l’importo della rata, oppure una rinegoziazione del tasso di interesse per ottenere un tasso più vantaggioso.
Tuttavia, la rinegoziazione del finanziamento comporta spesso l’applicazione di commissioni e spese aggiuntive, che possono incidere sui costi complessivi del prestito. Inoltre, la rinegoziazione del finanziamento può comportare una modifica delle clausole contrattuali, che devono essere approvate dal creditore.
Per questo motivo, è importante valutare attentamente le condizioni del finanziamento e i costi complessivi della rinegoziazione, prima di richiedere la modifica del contratto di cessione del quinto. Inoltre, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista del settore o a un consulente finanziario per ottenere informazioni e consigli su come gestire al meglio il proprio finanziamento e ottenere la massima convenienza e tutela.