Le finalità della normativa
Scopo della normativa
La l. 5 febbraio 1992, n.104 rappresenta lo strumento con cui lo Stato italiano ha regolamentato in modo compiuto e sistematico i diritti dei disabili.
La “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, si rivolge ai circa due milioni di soggetti con disabilità più o meno gravi presenti nel nostro paese. Questi vedono così sanciti diritti fondamentali volti al raggiungimento di una piena integrazione ed autonomia, nonché una migliore qualità di vita.
Si definisce “persona disabile” chi presenta un’accertabile minorazione fisica, psichica o sensoriale che comporta una difficoltà a relazionarsi o integrarsi da cui derivi uno svantaggio sociale che si traduce in un livello più o meno grave di emarginazione.
La prima finalità delle Legge 104 è la cura e la riabilitazione della persona, assicurata dalle varie Regioni tramite interventi riabilitativi in ambulatorio e a domicilio, oppure in centri diurni o residenziali.
La totale integrazione può essere raggiunta in primis tramite la rimozione di tutte le barriere architettoniche presenti nei luoghi di istruzione, di lavoro, di sport, di divertimento e nelle strutture turistiche, alberghiere e ricreative, alle quali la persona deve poter accedere in piena autonomia ed indipendenza, anche se non accompagnato.
La Legge 104 ha dunque messo nero su bianco una serie di principi generali che, se tradotti in azioni pratiche, faciliteranno la vita di ogni disabile.
Il diritto allo studio e al lavoro
E’ previsto il raggiungimento di un’integrazione scolastica piena e totale tramite l’adeguamento degli edifici preposti a tale scopo (asili, scuole e università, biblioteche e uffici scolastici) e la dotazione di apparecchiature tecniche e sussidi didattici idonei al superamento del problema. Ogni istituto scolastico che abbia tra i propri allievi delle persone con disabilità deve mettere a punto programmi speciali e personalizzati, e dovrà mettere a disposizione personale docente e non docente appositamente qualificato ed altamente specializzato che si prenda cura della cultura e della vita scolastica del soggetto.
Così come viene tutelato il diritto allo studio, nella legge104 è anche prevista la tutela di un altro importante diritto: quello al lavoro.
Esso è garantito, innanzitutto, dalla predisposizione in quasi tutte le Regioni di Italia di percorsi di formazione professionale svolti in appositi Centri di Formazione che rilasciano, al termine del corso, attestati di frequenza spendibili ai fini del collocamento obbligatorio.
La normativa ha introdotto un’importante novità in merito all’integrazione lavorativa dei portatore di handicap. L’istituzione di un albo al quale tutti gli enti che posseggano una personalità giuridica possono iscriversi per favorire l’integrazione di persone handicappate, costituisce un grosso passo avanti nel raggiungimento dell’indipendenza e dell’autodeterminazione di ogni persona disabile.
Il lavoro è fondamentale per tutti noi. Ci permette di percepire uno stipendio con il quale soddisfiamo i nostri bisogni, è l’unico mezzo verso la libertà e l’autonomia e come tale va garantito a tutti, soprattutto a coloro, che già per la loro condizione molto spesso dipendono da genitori o altri familiari anche per il solo svolgimento di piccole azioni quotidiane.
La Legge 104 del 92 costituisce una importante rivoluzione in questa direzione.
Dopo essersi iscritto al collocamento ordinario, il soggetto disabile che intende lavorare, deve iscriversi alla lista delle cosiddette “categorie protette”.
Per iscriversi alla lista delle categorie protette è necessario essere disoccupati, con un’età compresa tra i 15 anni e l’età pensionabile e che sia in possesso della certificazione che attesti la presenza di disabilità. Possono accedere alle categorie protette gli invalidi civili con invalidità superiore al 45%, gli invalidi del lavoro con invalidità Inail superiore al 33%, i non vedenti, i sordomuti colpiti da sordità alla nascita, gli invalidi di guerra, gli invalidi per servizio, le vedove e gli orfani di guerra o del lavoro e infine le vittime del terrorismo. La presenza di disabilità e dei requisiti per poter accedere alle liste viene accertata da apposite commissioni.
Le categorie protette, in modo particolare, sono disciplinate dalla più recente L. n. 68/99, la quale ha inoltre stabilito che i datori di lavoro hanno l’obbligo di assumere nel proprio personale dipendente una determinata quota di lavoratori iscritti alle categorie protette.
I lavoratori con un grado di invalidità superiore al 74% e i sordomuti, hanno diritto a richiedere, per ciascun anno effettivamente lavorato, due mesi di contributi figurativi (fino ad un totale di cinque anni) utili ai fini pensionistici.
Il diritto al voto
Altra importante tutela della Legge 104 è il diritto al voto. In caso di consultazioni elettorali, infatti, i comuni hanno l’obbligo di facilitare il trasporto delle persone con handicap nelle sedi elettorali, che ovviamente dovranno essere scelte solo se prive di ogni barriera architettonica. Il Presidente del seggio, dovrà poi scegliere un accompagnatore che aiuterà l’elettore disabile ad esprimere il proprio voto in cabina.
Le agevolazioni fiscali
La legge, oltre ad aver sancito l’esistenza di fondamentali diritti in capo ad ogni soggetto disabile, ha previsto alcune importanti agevolazioni e detrazioni in loro favore. Tali agevolazioni sono finalizzate a facilitare la vita pratica e quotidiana di persone costrette a convivere con una condizione di svantaggio fisico o psichico.
I mezzi di trasporto pubblico, innanzitutto, al fine di essere facilmente fruibili devono essere adattati in maniera apposita (con l’applicazione di scivolo o di corrimano) mentre, per le disabilità più gravi, deve essere predisposto un servizio di trasporto individuale.
Altra agevolazione della Legge 104 è la riduzione del pagamento dell’aliquota relativa all’IVA, che viene ridotta al 4%, per acquisto auto intestata al disabile (e non ad altro membro della famiglia, seppur intestatario di un’auto finalizzata al trasporto del disabile). L’agevolazione può essere sfruttata una sola volta nel corso di quattro anni ma senza limiti di valore. Unico limite è la cilindrata dell’auto che non può essere superiore a 2.000 cc per le auto con motore a benzina e fino a 2.800 cc per le auto a diesel. La riduzione dell’aliquota IVA al 4% può essere applicata anche sull’adattamento di un’auto già in possesso dal soggetto disabile. Per alcuni tipi di handicap, infatti, è necessario che sull’auto vengano installate apparecchiature volte a facilitare la guida dei soggetti portatori di handicap, quali cambio automatico o cambio sul volante o carrello per caricare e scaricare a bordo la carrozzella.
La circolazione stradale dei soggetti disabili è favorita dalla destinazione da parte di tutti i Comuni di posti auto su cui è possibile parcheggiare gratuitamente. I Comuni di residenza si occuperanno di rilasciare un contrassegno da esporre sul parabrezza una volta parcheggiata l’auto.
Si prevede inoltre, per quanto riguarda le agevolazioni sulle auto di proprietà di soggetti portatori di handicap il diritto all’esenzione permanente dal pagamento del bollo auto e l’esenzione dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.
Anche l’acquisto di apparecchiature informatiche (computer, modem, fax, telefono a viva voce, schermo a tocco) è facilitato dalla riduzione dell’IVA al 4%. Questo al fine di favorire l’integrazione della persona e tutelare il suo diritto all’informazione e alla comunicazione.
In sede di dichiarazione dei redditi
Il disabile può dedurre dal proprio reddito l’intero importo delle spese mediche e sanitarie che ha sostenuto durante l’anno e detrarre dall’Irpef il 19% delle spese sostenute per la propria assistenza, a condizione che il reddito del contribuente non superi €. 40.000. Le agevolazioni fiscali riguardano inoltre il familiare del disabile (anche non a carico) che abbia affrontato spese nell’interesse del familiare disabile.
È necessario sottolineare che, pure i familiari (fratelli e sorelle, suoceri, nuore e generi, i genitori, i figli, il coniuge), possono beneficiare delle agevolazioni (riduzione dell’aliquota IVA al 4%, riduzione Irpef in sede di dichiarazione dei redditi, esenzione bollo auto e imposta sui passaggi di proprietà). Questo nel caso in cui il disabile, percependo un reddito che non superi € 2.840,51, sia a carico di uno di essi.
Altri benefici
Le detrazioni sono inoltre previste per le spese sostenute per i servizi di interpretariato (per i sordomuti) e per l’acquisto dei cani guida (per i ciechi), ma anche per l’acquisto di poltrone per inabili con problemi di deambulazione, di arti artificiali e protesi, per la costruzione di rampe utili all’eliminazione di barriere architettoniche interne ed esterne alle abitazioni, per il trasporto in ambulanza del soggetto portatore di handicap, per l’adattamento dell’ascensore al contenimento della carrozzella.
Un aiuto anche alle famiglie
La famiglia rappresenta una risorsa assolutamente insostituibile nella gestione delle azioni quotidiane. Per questo motivo una Legge-quadro non avrebbe potuto prescindere da questo assunto e ignorare la necessità di stabilire dei diritti fondamentali anche per i genitori del disabile o per chi ne fa le veci.
Ai genitori di persone con un grave handicap o invalidità totale ed ai fratelli e alle sorelle conviventi, spettano due anni di congedo retribuito da lavoro, che può essere frazionato in diversi e limitati periodi di tempo. I congedi sono ammessi anche per l’assistenza al coniuge, ma non sono concessi a persone con altri gradi di parentela (neanche figli).
Le Legge 104 prevede altresì che i genitori di bambini disabili gravi, il diritto di prolungare il congedo di maternità fino ai tre anni di vita del bambino o, in alternativa, di usufruire di due ore di permesso al giorno. Dopo il compimento del terzo anno di vita del bambino, i genitori hanno diritto a tre giorni di permesso retribuito al mese. Questi ultimi spettano anche ai lavoratori che assistono un familiare con un grave handicap, oltre che ovviamente al lavoratore con disabilità grave.
Inoltre, sia il lavoratore disabile grave, sia colui che lo assiste, hanno diritto a scegliere, se possibile e con il consenso dell’azienda, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e il diritto di rifiutarsi di svolgere un lavoro nelle ore notturne.
Infine, il lavoratore disabile con un grado di invalidità superiore ai due terzi assunto in un ente pubblico, ha diritto di scegliere prima degli altri vincitori di concorso, la sede tra quelle disponibili e di non essere trasferito ad altra sede contro la propria volontà.
Il Disegno di L. n. 1167 formulato dal Ministro Brunetta ha delineato una serie di provvedimenti di revisione della Legge 104 che la maggior parte della categoria dei disabili ritiene “indignante”. Lo scopo è monitorarne dettagliatamente i benefici stanando tutti coloro che abusano di tali agevolazioni. La speranza resta quella di non vedere denaturata la finalità della normativa.
La normativa rappresenta una importante rivoluzione ed è ancora oggi, uno dei pochi strumenti col quale il disabile e la famiglia che se ne prende cura, possono pretendere il riconoscimento e il rispetto di diritti fondamentali con aiuti ed agevolazioni tali da consentire una migliore qualità di vita.